“Ammessa palletta”_ L’opinione di Pietro Porcella*

La fase 2 e’ alle porte. Che succedera’ dal 4  Maggio in poi a Cagliari e dintorni ?Questo pensiero, questa opinione personale e’ indirizzata a chi sta studiando le ordinanze e i metodi per far tornare nelle coste e nelle spiagge sarde la gente. I nostri cittadini, contingentati o no lo potranno fare  quasi da subito, prima che inizi l’estate.I turisti dal continente e gli stranieri subito dopo, a test negativi accertati.Il mare e’ fondamentale e prezioso per noi sardi, aldila’ del discorso turistico, diciamo per la nostra longevita’ e appagamento fisico, ed e’ oltretutto un costruttore di anticorpi  potenziale disinfettante per tutti i virus.  Forget, dimentichiamoci quindi plexigas, mascherine e guanti. Ridicoli e inutili in spiaggia e in mare (forse anche a terra) quando si e’ a piu’ di due metri da persone e cose. Sarebbe sufficiente tra le regole da osservare in spiaggia, quella della distanza di sicurezza e qualche altra norma semplice, dettata dagli esperti, sul regole di sanificazione da rispettare al contatto di ombrelloni, rubinetti bagni e docce comuni. Ma nello stesso cartello in spiaggia dei VIETATO…. Vorrei che mettessero in grassetto anche un bel
“AMMESSA PALLETTA” .

Mi immagino il 4 Maggio al ‘Lido’  per la cerimonia ufficiale della “Liberazione dal coronavirus” con una  ‘palletta’ gigante e coreografica, disposti a cerchio a distanza due metri uno dall’altro. Si gioca a destra naturalmente, dove la palletta nacque 60 anni fa. Sulla rotonda che guarda verso il mare la bandiera Italiana, quella sarda e quella del Cagliari,  mentre i nostri politici (sudati, in camicia, cravatta e mascherina calata in gola)  fanno i soliti discorsi melensi  di rito prima di tagliare il nastro.Il focus per telecamere e fotografi e’ pero’ in acqua almeno a dieci metri dalla riva, con l’acqua alle ginocchia per non farsi male quando ci si tuffa per salvare la palla. Al centro del grande cerchio c’e’  Nonno Bob, patriarca della ‘palletta’. Oggi ultraottantenne ma ancora in grado di metter le sue manone in bagher o  effettuare il palleggio preciso sopra la testa.Fu lui Bob Marcher, il partigiano della ‘palletta’, marito di Costanza Stagno nonno di Roberto Tedde, colui che implementò la ‘palletta’ al Lido agli inizi degli anni ’60.Cos’e’ la“palletta” ?Un pizzico di storia. La ‘palletta’  nacque sul finire degli anni ’60 al ‘Lido’  di Cagliari ad opera di nonno  (anzi bisnonno) Bob. L’ omone canadese di quasi due metri, arruolato come meccanico alla Nato, sposato con la cagliaritanissima Costanza Stagno (sorella di Tito) fu trasferito alla base di Decimo.Nel tempo libero il suo seggiolino al Lido, tutto a destra in fondo, era spesso libero perche’ lui era in acqua a organizzare le’pallette’ con 6-8-10-20 persone in acqua. Disposte a cerchio con lui in mezzo. Scopo del gioco: tenere la palla in aria. Coi fondamentali della pallavolo: palleggio, alzate, bager, schiacciate, tuffi per salvare la palla. E variazioni sul tema del calcio-tennis. Vale colpire di testa, di spalla, alzare le gambe e colpire con ginocchio, il piede d’interno, di esterno, di tacco. Non vale ‘sfoddare’ …. Il rituale si e’ ripetuto per almeno vent’anni, anche trenta. La ‘palletta’ con le sue regole semplici si e’ diffusa rapidamente su tutto il Poetto, e poi via via Villasimius, Costa Rey Santa Teresa Stintino, insomma tutta la Sardegna.Si e’ solo interrotta nell’ultimo ventennio quando qualche benpensante ha voluto mettere la regola ‘vietati rachettoni e giochi di pallone in acqua.E invece no, cari miei, la ‘palletta’ e’ proprio lo sport in acqua sicuro e anticoronavirus. Il corpo si muove, salta, gioca e non c’e’ contatto. 
Spero che Alberto Bortolotti, da leader della Confesercenti e dei proprietari di concessioni balneari sia con me in questa crociata.Supplico l’ assessora all’Ambiente e quello alla Sanita’Non toglieteci la ‘palletta’ ! Anzi ammettetela spudoratamente e  pubblicizzatela come attività’ consentita e consigliata in tempi di coronavirus.
 Volendo abbellire il quadro, sempre distanziata di due metri da nonno Bob al centro potrebbe starci anche una bella pivella vecchia scuola da buon passato pallavolistico.Penso a Marina Speziale o alla sorella Antonella, della premiata societa’ ‘San Paolo’ . Unica regola: bisogna tenere la palla viva ! Ci si può ovviamente tuffare, colpire de conca, di piede, interno, esterno, di collo, di coscia, si può sciorare in rovesciatine al volo. Basta urlare ‘mia’ quando c’è rischio di venire a contatto. Ditemi  come va quando tornerete liberi.Io, se non mi arrestano prima, vi raggiungo a fine Maggio.

In copertina Il grande Bob Marcher, inventore della ‘palletta’ a Il Lido

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