La pizzeria “Da Rosanna” a Quartu Sant’Elena: il grido di battaglia di chi non si arrende davanti all’emergenza Coronavirus_di Fabio Salis

Con il trascorrere delle settimane, l’emergenza legata al covid-19 si è tramutata inesorabilmente in emergenza economica. Il lockdown e tutte le misure restrittive attuate per contrastare il virus se da un lato hanno permesso di rallentare la morsa del Coronavirus nell’Isola, dall’altro purtroppo hanno provocato (e provocheranno ancora) delle ricadute molto negative dal punto di vista economico, soprattutto per le partite iva e tutte le attività commerciali e di bar/ristorazione.

Tuttavia dal cuore di Quartu Sant’Elena, per la precisione dalla centralissima Piazza Santa Maria, arriva un forte messaggio di speranza da parte di chi ama fortemente il proprio lavoro ed è disposto a continuare a farlo, nonostante tutte le problematiche. Si tratta della pizzeria “Da Rosanna” che fa da angolo con Viale Colombo e della sua giovane titolare, Eleonora Borriello, che può vantare già otto anni di esperienza nel settore. Abbiamo fatto una chiacchierata con lei che ci ha raccontato come non abbia voluto cedere alla rassegnazione: “in questi mesi abbiamo deciso di aprire il locale e ora valuteremo anche l’idea di un’apertura per l’ora di pranzo, oltre che a cena, in quanto al momento si lavora soltanto il 30% di quanto si faceva prima dell’emergenza. Da lunedì 4 maggio abbiamo riaperto i battenti anche con l’asporto e i clienti pian piano stanno tornando, ma per il momento le vendite non stanno andando come prima. Da dentro il locale osservo le persone e vedo nei loro volti la paura del contatto e la volontà di tenere bene le distanze l’uno con l’altro. Cerchiamo di andare avanti nonostante i costi per il locale siano alti. Non voglio mollare, anche perché ricevo dei bellissimi messaggi di solidarietà da parte dei clienti e questi mi danno forza”.

Avendo deciso di intraprendere questo mestiere, la titolare porta avanti la propria tradizione familiare: “mio padre lavora nel settore delle pizzerie da cinquant’anni e ne ha avuto una a Cagliari per circa trent’anni. Gli devo tutto e lo ringrazierò per sempre, perché mi ha insegnato questo mestiere. Ancora mi dà una mano nel locale e anche la forza di continuare. A 63 anni ha ancora tanta voglia di fare e di non mollare mai.”

Dopo alcuni anni di “gavetta”, Eleonora Borriello ha deciso di seguire lo spirito imprenditoriale ed aprire il proprio locale: “ho aperto qui a Quartu da tre anni e mezzo e sono molto soddisfatta di averlo fatto, nonostante le preoccupazioni degli ultimi tempi, anche per i miei dipendenti che non hanno ancora ricevuto purtroppo la cassa integrazione. All’inizio dell’emergenza l’umore era molto basso, perché il primo periodo aprivamo soltanto tre giorni alla settimana, ma ora il sorriso e la speranza non mi mancano. Per la preparazione della pizza non utilizziamo il mattarello e quando prendo la pasta con le mani per dare forma alle pizze provo una sensazione di relax”.

Il core business dell’attività è la pizza napoletana, “la pasta viene fatta lievitare il giusto tanto e i nostri prodotti sono freschissimi e di qualità”, ma il menù è vario e permette di soddisfare il palato di tutti i clienti attraverso le pizze classiche, integrali e senza glutine, tutte preparate nel forno a legna. Come recita anche l’insegna, il locale è una pizzeria napoletana, ma anche bruschetteria e friggitoria: “prepariamo fritture e bruschette che sono molto richieste dalla nostra clientela, patatine fritte, crostate ma anche dolci tipici napoletani, come la pastiera che è quella maggiormente apprezzata. Ma a questi ultimi ci pensa mio padre che è più esperto di me in questo. Con i nostri portapizze portiamo a domicilio tutto quello che prepariamo, anche fritture e dolci”.

Alla titolare non mancano neanche le idee per il futuro, una volta che l’emergenza sarà terminata: “mi piacerebbe portare avanti tante iniziative, ma prima di tutto non vedo l’ora di rivedere i clienti riaccomodarsi nei tavoli della sala interna, come prima dell’emergenza, e anche fuori in piazza. E, se sarà possibile, un giorno vorrei anche ampliare il locale. Per il momento la mia preoccupazione più grande è che non abbiamo ancora ricevuto risposta dal Comune per il suolo pubblico, perché noi generalmente in estate mettiamo i tavoli all’aperto. Chiaramente i posti saranno dimezzati, non potranno più essere dodici come prima, ma sei”.

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