Sa Baracca, il sapore del mare_di Luca Neri

Il mare sardo su un piatto e quelle pietanze di pesce che tendono alla prosa sono la grande nostalgia dei clienti di Sa Baracca, ristorante leader del territorio cagliaritano costretto alla sospensione dell’attività ai tempi del Coronavirus. Un fulmine a ciel sereno arrivato a marzo ma preannunciato, come ci ha raccontato il titolare Alessandro Ortu, da nuvole che si appropinquavano in lontananza: “Già il sabato precedente al DPCM Conte avevamo iniziato a respirare che qualcosa di negativo era alle porte”.Sì, perché le 200 persone accolte di norma diventano 30-40 di punto in bianco, quando l’eco di una Lombardia che perdeva il controllo dell’emergenza si spingeva sino all’isola, spaventando una popolazione che via via iniziava ad allontanarsi da ristoranti e luoghi pubblici. Poi la grande chiusura: “Per un locale come il nostro, in periferia, è stato un colpo durissimo. Dopo il buio dell’inverno, la primavera corrisponde al periodo più roseo, tra comunioni, cresime e festività che attirano una clientela foltissima. Tutto ciò che da fine marzo abbiamo perso risulterà, di fatto, irrecuperabile”. Una mazzata che ha riguardato l’azienda, certo, ma anche i suoi dipendenti: “Mi demoralizza pensare che non abbiano visto un euro. Sotto questo punto di vista, son stati trascurati da chi avrebbe dovuto dar loro un supporto. Ma io, considerando anche la riapertura in piena stagione, son pronto a riconfermare tutti, nonostante le perdite. Chiaramente poi, passata l’estate, arriveranno molte incognite che dovranno essere valutate”.

Alessandro Ortu si dice pronto a riapparecchiare i tavoli non appena sarà dato l’ok, avendo già allarmato un’azienda per la sanificazione ed essendo disposto ad aderire a qualsiasi protocollo sanitario, anche se tutt’ora manca: “Abbiamo sentito tante indiscrezioni, riguardo a tavoli distanziati e tutte le altre misure, ma ancora nulla di ufficiale. Aspettiamo, pronti a ripartire con le nostre forze, senza nessun tipo di agevolazione”.

Sa Baracca potrà tornare a regime sfruttando un locale ampio, con importanti spazi all’aperto che consentiranno di potersi adattare con più malleabilità alle disposizioni che, giocoforza, saranno impartite a livello governativo: verosimilmente la capienza (che a pieno ritmo accoglieva serenamente 250 coperti) sarà ridotta di due terzi, ma Alessandro resta fiducioso: “Credo che dopo tutto questo tempo il cliente abbia il desiderio di farsi coccolare. Certo le disponibilità economiche saranno ridotte, ma ci sarà anche una gran voglia di recuperare. A luglio-agosto dovremo mettere in preventivo un calo, ma son sicuro che i clienti di fiducia non mancheranno. Quelli saltuari saranno un po’ più titubanti, ma in tanti ci hanno già scritto raccontandoci la loro voglia di tornare.”

Del resto non è facile scordarsi Sa Baracca, i suoi sapori e la sua magia, nemmeno nei giorni tristi della quarantena.

John Boyd  Orr, Nobel per la Pace inglese, diceva che se le persone avessero dovuto scegliere tra i sandwiches e la libertà, avrebbero scelto i sandwiches.

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