Avevamo accompagnato Maria Carta in hotel, prima aveva registrato negli studi di Poggio dei pini la sua voce per il brano dei Tazenda “Sa Dansa. Nella 33 rossa con Andrea Parodi si parlava del nuovo disco dove la voce di Maria, già provata dalla malattia dava vigore a un brano bellissimo in cui lei dava tutto quello che restava della sua bellezza. “Andiamo a mangiare qualcosa?” Capoterra, ironia del nome è alla fine della mia terra, ma ci stava, chiudere la giornata mangiando qualcosa. In quel posto, Sa Cardiga e su Schironi dove non ero mai stato. Poca gente nel ristorante, “Meglio così” disse Andrea, “Ordiniamo qualcosa?” “Fai tu, mi sta bene qualsiasi cosa.”
“Disturbo?” Le spalle curve, come quando si avventava in aria, la Marlboro rossa sulla bocca e il sorriso discreto di chi si avvicina in punta di piedi.
“Posso sedermi con voi?”
“Non devi chiedere!”
“Fave fresche mi piacciono, come mai da queste parti?
“Stiamo registrando in studio con Maria Carta per il nuovo disco.
“Sarà bellissimo”
“Lo è già, mangi con noi?”
“Grazie ma ho già mangiato, posso chiederti un cosa cosa?
“Tutto quello che vuoi”
“C’è un amico che suona il piano, mi canti no potho reposare?
No, non dice “Ci canti” dice “Mi canti” la voleva per lui, solo per lui e nessuno come Andrea, in quel tempo poteva cantarla, nessuno poteva farlo, solo per lui.
La generosità di Andrea, stremato da una interminabile seduta di prove supera un momentaneo imbarazzo: “Posso farlo dopo?”
“Perché non adesso? dopo puoi mangiare con calma.
“Va bene, ma dopo ti siedi con noi.”
E il Parodi si alza va verso il piano e inizia a cantare…Pensende a tie so donzi mamentu…”
Canta ed io sono li, un intruso a godere di quella voce e di quello sguardo di Gigi che si gode, si beve, respira quella melodia eterna. Il suo sguardo nascosto da uno sbuffo di fumo brilla come un diamante.
Poi si siede con noi.
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Addio Rombo di Tuono, con te se ne parte la primavera” “Al Faber sarebbe piaciuto chiuderla così.