Insieme per lo sviluppo e l’inclusione_di Tarcisio Agus

Quando l’uomo diventò stanziale, tra i 10.000 e gli 8.000 anni fa, per alimentarsi si dedicò all’agricoltura ed all’allevamento, da cui ha  tratto gli alimenti per il suo sostentamento.

Alcuni li trasformava, come ancora oggi, il frumento in pane, altri li trattava per poterli conservare a lungo, come le carni sotto sale. Oggi questi processi, grazie all’industrializzazione, si praticano quotidianamente consentono a buona parte dell’umanità di sfamarsi, ma a differenza del passato non conosciamo, se non in linee generali, quale sia la loro provenienza e le metodiche adottate nelle coltivazioni e negli allevamenti. Nella nostra società opulenta che ci permette di mangiare le mele tutto l’anno, mentre una volta le si consumavano solo alla raccolta, si è insinuata sempre più l’attenzione verso una sana alimentazione, in quanto, a detta dei ricercatori, ci aiuta a prevenire ed a trattare molte malattie comprese alcune forme tumorali.

Il vecchio mattatoio

Questo aspetto oggi lo si può perseguire guardando con fiducia a quelle realtà imprenditoriali di prossimità, come la neo nata  impresa sociale “Tramas” di Guspini, che sulla base di un progetto finanziato dalla Fondazione Con il Sud ha recuperato il vecchio mattatoio, realizzando un centro di trasformazione delle carni suine, con la produzione di insaccati, nonché un laboratorio per la trasformazione dei prodotti orticoli. La nuova esperienza ha l’ardire di inserirsi in un mondo dell’agro industria fondamentalmente in mano a grandi colossi, come dire: Davide e  Golia.

L’iniziativa affonda le sue radici in “Su connottu”, quando la mamma mandava i figli  ad acquistare i carciofi nella casa di rimpetto di signora Maria, che esponeva le proprie produzioni orticole e cerealicole sull’uscio di casa o dal signor Francesco ad acquistare “Su Satìzzu o Sa gràndua” (salsiccia o guanciale), nel piccolo laboratorio di quartiere. In una comunità ristretta non è difficile conoscere i luoghi di produzione e la gestione degli alimenti, a garanzia di qualità e freschezza, perché sovente questo era il frutto di una condivisione diffusa.

Il reparto confetture

Così l’idea imprenditoriale dal titolo “Insieme per lo sviluppo e l’inclusione”, nata dall’incontro del partenariato locale (associazioni del terzo settore ed imprese di Arbus e Guspini), prova a sfidare Golia con la realizzazione di prodotti di alta qualità, che traggono origine dai luoghi dalla tradizione, utilizzando e valorizzando procedure e tecniche dei nostri padri e delle nostre madri,  oggi supportati da sistemi innovativi.

Il progetto tende a creare un ecosistema economico nell’arburese-guspinese, che possa generare lavoro, innovazione produttiva e la riabilitazione di persone in situazioni di disagio. I prodotti etichettati “Buongiusto”, sono oggi costituiti da carne suina (Salsiccia, guanciale, lonza e pancetta), da ortaggi (Funghi, carciofi, peperoni, peperoni ripieni e zucchine, tutte sottolio) e da una varietà di creme e marmellate tratte sempre da ortaggi e frutti, anche selvatici, come in questo momento la confettura di corbezzolo. Si punta a creare una connessione emotiva con i consumatori attraverso prodotti autentici e sostenibili, nel tentativo di diventare un’azienda rinomata per l’eccellenza e l’impegno verso la comunità. “Tramas”, se vi sarà una buona risposta del consumatore, non distribuirà dividendi, ma le economie le utilizzerà per sostenere le piccole imprese dando loro, con la trasformazione dei prodotti conferiti, un valore aggiunto al lavoro, nel tentativo di creare nuova occupazione e resilienza.

Così come impegnerà eventuali utili attraverso la formazione e il lavoro per le persone in situazioni di disagio, come sta già avvenendo attraverso la convenzione con la Casa Circondariale di “Is Arenas” ad Arbus, che  sta permettendo a tre dei suoi ospiti di formarsi e lavorare. Al termine i tre giovani potranno rientrare nei luoghi di residenza (Tunisia, Emilia Romagna e Sicilia) con un attestato professionale che permetterà loro un più facile reinserimento nella società.

Tutti i prodotti provengono da piccoli imprenditori locali che hanno fatto proprio il disciplinare di produzione redatto dall’Università di Sassari, sotto la stretta osservazione e guida del prof. Gianni Battacone, mentre i processi produttivi e la qualità sono stati affidati al prof.  Efisio Antonio Scano, esperto in Scienze e Tecnologie Alimentari.

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