Il cibo e l’estetica nei banchetti di nozze, con il fotografo Alessio Todde.
Mangiare è una necessità vitale e quindi individuale, ma allo stesso tempo l’atto di cibarsi è divenuto, durante l’evoluzione umana, un elemento fortemente caratterizzante della vita sociale delle comunità. L’appagamento di quest’esigenza si svolge in base a precise regole impostate dalla società che si fondano sull’individuo come “essere sociale”: durante i pasti si acquisisce il senso della socialità, con precisi canoni da seguire e significati sottintesi all’interno di ogni dettaglio. Ogni cultura sociale ha definito una sua specifica cultura alimentare.
Il matrimonio, anche se al giorno d’oggi sono sempre meno i giovani che decidono di fare questo grande passo, rappresenta un forte momento simbolico della vita in cui le scelte relative al cibo sono importanti, non soltanto per la soddisfazione del proprio palato, ma anche dal punto di vista estetico. Ed ecco che qui entrano in gioco i concetti di immagine e di fotografia, con il potere di rappresentazione della realtà che ne deriva.
Il fotografo cagliaritano Alessio Todde, con la sua agenzia fotografica “Non solo foto”, svolge la sua professione con passione da più di trent’anni ed è uno dei fotografi in Sardegna con maggiore esperienza nel soddisfare le esigenze degli sposi, riguardo il servizio fotografico. Il suo principio cardine è quello di rappresentare il soggetto nella sua vera personalità, cogliendo l’attimo per andare a catturare tutte le sfumature di un evento.
In tanti anni di esperienza lavorativa hai preso parte a numerosi banchetti di nozze, non soltanto nelle varie località dell’Isola, ma anche nella penisola e all’estero. Raccontaci le scelte in termini di location e cibo degli sposi sardi nel 2020.
“Gli sposi scelgono la propria location in base al budget che hanno a disposizione e da questo deriva anche la scelta e la composizione del menù. I locali di livello medio-alto vanno su pietanze maggiormente ricercate rispetto a quello che è un piatto tipico come il maialetto. Tuttavia la pietanza maggiormente gettonata nei banchetti di nozze resta sempre “su porceddu”. Per quanto possa essere una scelta scontata, non deve mai mancare perché i sardi lo apprezzano ancora tanto. Faccio il fotografo da ormai trentacinque anni e negli anni Ottanta, a differenza di oggi, i “malloreddusu” andavano parecchio di moda nelle scelte. Noi facciamo matrimoni anche fuori dalla Sardegna, l’unica regione in cui il formaggio viene portato insieme agli antipasti, mentre in altre regioni d’Italia viene portato poco prima della frutta e quindi alla fine del matrimonio.
Un matrimonio di qualità ha sempre un ottimo vino, dove oggi il più gettonato è il Perdera. È invece pressoché sparito dalle scelte il vino della casa, a meno che gli sposi non facciano il matrimonio in agriturismo.”
Per quanto riguarda invece la scelta tra menù di terra e di mare, le scelte degli sposini sardi si indirizzano su varie strade. Spiegaci qual è quella che va per la maggiore.
“Dal momento che nella maggior parte dei matrimoni gli sposi optano per un menù misto, ovvero che comprende menù di terra e di mare, in passato capitava che il pesce venisse spesso buttato perché ne avanzava parecchio, in quanto veniva servito dopo la carne. Rispetto agli anni Ottanta e Novanta sono cambiate le abitudini: in quel periodo si mangiava prevalentemente la carne e il pesce rappresentava una rarità, anche perché inizialmente i matrimoni si facevano in salette spesso adattate, quindi le famiglie organizzavano cerimonie in cui i parenti aiutavano nell’allestimento e preparazione dei menù. Negli anni successivi anche nei paesi più piccoli della Sardegna si è iniziato ad andare in ristorante per festeggiare le nozze e si seguiva l’ordine di servire prima la carne e poi il pesce, invece negli ultimi anni ho visto fare il contrario, in quanto il pesce costa di più.
Una volta per le nozze di personaggi molto facoltosi, con ben trecento invitati, mi è capitato di vedere davanti al ristorante un camion aperto con le ostriche e gli invitati che si servivano prima di entrare. Appena entrati gli invitati si sono ritrovati nel loro piatto mezza aragosta. Abbiamo fotografato e filmato uno spettacolo curioso.”
Dal punto di vista simbolico, la torta riveste un ruolo fondamentale nella cerimonia sia dal punto di vista dell’estetica che del gusto.
“La torta è il punto forte e gli sposi escono fuori dopo aver fatto il buffet per fare le foto con i dolci e le torte. Nel corso degli anni le torte sono cambiate molto: prima, soprattutto nei paesi più piccoli, si investiva poco su di essa e si andava sul semplice, ora invece gli sposi investono tanto anche dal punto di vista dell’estetica. Grazie ai nuovi strumenti tecnologici e i social a portata di mano, la torta è diventata un elemento scenico di forte impatto: gli sposi e tutti gli invitati si catapultano sulla torta per fare foto e video da condividere. Fotografiamo delle torte molto scenografiche, belle e curate nei dettagli.”
Hai parlato di scenografia in riferimento alla torta. In diverse regioni d’Italia, soprattutto al sud, i matrimoni hanno una forte componente a livello scenico. Raccontaci com’è la situazione in Sardegna e qualche aneddoto particolare.
“Le differenze tra la Sardegna e il resto d’Italia sono profonde, perché se pensiamo a regioni come la Calabria o la Campania il matrimonio è superiore nell’estetica e vi è una ricercatezza dei particolari in tutto. I camerieri indossano sempre la livrea, la giacca e il papillon. Al sardo invece generalmente interessa relativamente meno l’aspetto: ultimamente vanno parecchio di moda le location particolari, ma costano parecchio e questo vincola gli sposi essendo la nostra una regione con difficoltà economiche. In Sardegna generalmente non si dà tantissima importanza nemmeno alla scenografia del cibo, eccetto per quanto riguarda la confettata, che viene allestita su un tavolo con particolari che arricchiscono il tutto e solitamente si trova molto vicino alla torta, assieme alle bomboniere che rappresentano una tradizione ancora consolidata: esse sono passate da essere un oggetto che, una volta tornati a casa, a volte finiva nel cestino della spazzatura ad un qualcosa di utile nella quotidianità, come per esempio il barattolo di mirto o la boccetta con il miele. A Escalaplano, per esempio, una volta mi è capitato di vedere delle bomboniere con la forma di bottiglie di Jack Daniels invecchiato.”
Il menù del banchetto di nozze varia a seconda del fatto che sia celebrato vicino ai principali centri dell’Isola oppure nei paesi delle zone interne.
“Nei paesi generalmente gli invitati amano mangiare di più e il menù è più ricco, mentre in città le porzioni non sono mai abbondantissime e si vira su pietanze maggiormente ricercate ed elaborate per colpire l’estetica. Nei paesi può capitare che passino spesso tra i tavoli a chiederti se vuoi qualche porzione in più come primi e come secondi.”
Tanti sardi vivono nella penisola o all’estero e talvolta le loro scelte per il menù del banchetto di nozze si rifanno alle loro origini.
“Molti sardi emigrati che si sposano decidono di utilizzare il menù con il maialetto nonostante le tradizioni differenti delle altre regioni: in Campania e Calabria per esempio hanno menù in base ai quali si investe di più sul pesce e di meno sulla carne. Invece nelle regioni del nord Italia solitamente viene organizzato un buffet prima di entrare al ristorante, con vari antipasti, dove la regina è l’ostrica. Il formaggio in questo caso è scenografico e all’ingresso c’è un pezzo tagliato che fa scena.”