Le mille storie della Marina

Non è un caso che il quartiere della Marina sia il cuore pulsante del capoluogo sardo, della sua vita culturale con i festival letterari, teatrali e cinematografici, della sua tradizione gastronomica con i tipici ristoranti dai tavolini all’aperto e della sua vita notturna con i pub, i bar sempre affollati all’ora dell’aperitivo e i ragazzi che vi si danno appuntamento per passare una serata in piazza. Se questa vitalità è oggi fonte di discussioni tra abitanti e frequentatori del quartiere, è doveroso ricordare a tutti i suoi amanti che questo è il suo ruolo da secoli.

Ecco cosa offre il saggio di Antonello Angioni, che con il suo stile piano e preciso si propone di ripercorrere la storia di una parte della città e, con essa, di tutta Cagliari: “i palazzi, le famiglie, le strade e le chiese” che tutti noi conosciamo, raccontano, per mano dell’autore, le loro vicende e il loro ruolo nel più ampio scenario della Storia. Millenni scorrono tra le pagine, dalle tracce lasciate dai punici ai più ampi resti della civiltà romana, poi la “fase giudicale”, la conquista pisana nel XIII sec. e quella catalano-aragonese nel XIV sec., a cui di deve buona parte della configurazione urbanistica del quartiere.

La Marina, o meglio “Lapola” perché questo era il suo nome sino agli inizi del XVI sec., era il fulcro della vita cittadina per la presenza del porto e, di conseguenza, dei magazzini, degli uffici doganali e portuali e delle maggiori attività commerciali. Protetta da solide mura e sede di caserme e fabbriche militari, era il quartiere dei mercanti, dei marinai e delle maestranze del porto e attirò persino i mercanti e gli artigiani di Castello. Vi abitavano le famiglie più ricche, soprattutto catalane, da cui il nome di via Barcellona, ma anche genovesi, napoletani e siciliani. Da qui nasce la sua tradizionale realtà multietnica che «ha forgiato un tipo di cagliaritano maggiormente aperto al nuovo e agli influssi culturali esterni». Del loro prestigio rimane traccia nei palazzi, che l’autore, guida esperta tra le antiche strade del quartiere, mostra uno a uno ai lettori.

Fino alla metà dell’Ottocento questo è stato il volto della Marina, che aveva assunto il nome attuale. Poi la grande trasformazione che le ha dato l’aspetto che ancora oggi ammiriamo: buttate giù le antiche mura difensive, Cagliari si apriva all’Europa e alla sua novità architettonica, il liberty, e lo faceva a partire da via Roma, la sua “facciata” sul porto e dunque sul mondo. Ancora sede di uffici pubblici e caserme, ma anche di istituti di istruzione, associazioni e circoli, alberghi e caffè, il quartiere ebbe il suo periodo d’oro durante i primi decenni del Novecento, quando divenne «il salotto buono della città»: i portici di via Roma, che accoglievano i più bei locali della città, divennero il ritrovo di artisti e intellettuali di livello internazionale.

Nonostante la distruzione causata dalle bombe del’43, la storia e il fascino di questo antico quartiere è rimasto immutato, rivitalizzato di recente dall’intervento di valorizzazione che tra il 2000 e il 2007 gli ha restituito il suo splendore. Così il cuore della nostra città si è presentato alle soglie del Terzo Millennio, unico nella sua commistione di storia, cultura e tradizioni, esempio di convivenza di storia e modernità, luogo di ritrovo e fucina di idee. Il saggio di Antonello Angoni ci restituisce, attraverso la conoscenza, la consapevolezza che questo è ciò che è sempre stato la Marina per Cagliari, e questo è ciò che dovrà continuare a rappresentare anche nel futuro. 

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