Gli sarebbe bastata la pausa a pane e formaggio, come ai tempi delle giovinezza ad Orani, muratore per conto del padre. I ritmi per la messa in posa delle madri sculture in via Roma al Consiglio Regionale erano “americani”, veloci, ma nella solita trattoria a La Marina l’indugiare davanti ad un buon piatto e a tanti tovaglioli bianchi era tentazione forte. Talvolta Antine Nivola assieme ad un altro uomo “di pietra”, Pinuccio Sciola; altre volte il dopo pasto al nostro giornale a spiegare il bianco dei tovaglioli di carta. C’erano bozzetti,schizzi, desideri, sfide. L’ultima mai raccolta dal Comune di Cagliari: ridisegnare e arredare la terrazza del Bastione. Così ci fece dono del lucido del bozzetto: i segni di un’opera mai nata, , come il momento alla Brigata Sassari. In redazione, la incancellabile lezione attorno al valore del bianco nelle pagine di “Sardegnatavola”, come del “Cagliaritano”: “togli queste bacchette nere che ingabbiano, libera le pagine”. A tavola raccontava della sua Orani, così distante e così vicina alla sua America, a Le Corbusier e a tutti quei grandi suoi estimatori ai quali non smetteva mai di raccontare dal buon cibo sardo della nostra ospitalità e di quel modo tutto nostro di indugiare a tavola.
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