Siamo a Genuri, paese del centro Sardegna abitato da 300 residenti, situato ai piedi della Giara di Gesturi (rinomata per i tipici cavallini selvatici) immerso fra meravigliosi ulivi plurisecolari sparsi nelle dolci colline caratteristiche nella regione della Marmilla.
Qui la coltivazione dell’olivo ha radici lontane, con chiare tracce risalenti al secolo XIII. La particolarità di questi impianti, realizzati “alla foggia dei pisani” è che gli olivi sono stati impiantati utilizzando semenzai di selvatico cavati, trapiantati e innestati a chiudere un campo di limitate dimensioni; altra pratica molto diffusa in questa zona della Sardegna è quella della proprietà legale degli alberi (cortatico) talvolta disgiunta da quella del terreno.
In questi luoghi la pace e il silenzio delle campagne viene interrotto solo dal campanellìo di qualche gregge di pecore di razza sarda al pascolo, in trasferimento da un appezzamento all’altro; è una porzione di Sardegna lontana dal turismo costiero, che da sempre basava il sostentamento economico delle famiglie sulle produzioni agricole e zootecniche; il progressivo spopolamento di questi piccoli centri per motivi di studio e lavoro verso le città ha fatto si che anche le campagne subissero un graduale e preoccupante abbandono.
Una situazione che necessitava di un’incisiva inversione di tendenza che l’amministrazione comunale e l’attuale assessore all’agricoltura dott. Gianluca Zedda ha intrapreso con azioni incisive e concrete: un paese da sempre rurale non poteva non “custodire” la memoria delle vecchie tradizioni contadine, per questo è stato finalmente ultimato e aperto al pubblico nelle occasioni importanti lo splendido “Museo dell’olio e dell’arte contadina” , all’interno di una delle più vecchie e caratteristiche abitazioni locali.
Con deliberazione di Giunta Comunale n. 60 del 10-10-2016 è stata approvato il progetto sperimentale agro-ambientale “Genuri in Campagna”; il sopracitato progetto, di durata quinquennale, è articolato in diverse misure d’intervento indirizzate sia ai privati cittadini che alle imprese agricole, tra le quali è prevista una misura specifica riguardante la tutela e valorizzazione delle piante di ulivo plurisecolari presenti nell’agro comunale, ben 873 patriarchi verdi, tra i quali quattro dichiarati monumentali, già censiti, schedati e geo-referenziati. E’ stato avviato un gruppo di lavoro e di studio della realtà olivicola locale, concluso con la stesura finale di un “Manuale di potatura e valorizzazione di ulivi plurisecolari”; quest’ultimo, unico nel suo genere, oltre ad essere un utile strumento a disposizione delle imprese agricole locali, ha ottenuto grande risalto sulla stampa specializzata, in televisione e nelle giornate scientifiche nazionali ed internazionali dedicate al settore.
Oltre alla valorizzazione e salvaguardia del patrimonio olivicolo dal punto di vista turistico-ambientale, il progetto ha come ulteriore obiettivo la valorizzazione economica delle produzioni agricole per la quale il territorio è da sempre vocato. Nasce così l’idea di studiare un marchio comunale con cui le aziende agricole locali potranno poi confezionare e valorizzare le produzioni tradizionali. Dall’analisi delle potenzialità del territorio, consci delle difficoltà per la commercializzazione e altrettanto consapevoli di una offerta insufficiente, si è deciso di partire proprio dall’olio extra vergine d’oliva, un’eccellenza che spesso ha una remunerazione sotto i costi di produzione quando ci si avventura nel confezionamento e promozione di minime quantità.