Il sapore della memoria, come il cielo che insaporisce tutto_di Maria Teresa Ruta

Ecco, la Sardegna che io amo è questa. l’ho scelta come terra di adozione. Dopo la folgorazione adolescenziale per Gigi Riva, è esplosa in me la voglia di conoscere luoghi, sapori, suoni, colori, profumi che mitizzati da certa letteratura mi parevano così distanti dalle mie tante patrie, dalle mie case. L’incantesimo c’è stato e subito: intuivo che dietro la facciata della prima serata di gala nel grand’hotel, mi portava a ridere di gusto con la gente del posto, così sincera, trasparente, orgogliosa e mai invadente.

È stato come seguire il mio amato aquilone. Anch’io ho ricamato fughe di pensieri attorno a tavolate che dicevano tutto sulla civiltà della tavola: sapori che erano rimasti nella memoria, vini sinceri, musiche avvolgenti. Tutto generoso come la gente, mai finta.

Per questo è nato il mio paradiso nel posto più bello del mondo, a Santa Margherita di Pula. Ci sono il suono della risacca, i profumi dei pini, le tentazioni degli amici attorno alla nuova grigliata, la voglia di dipingere le pareti, le notti a spiare le stelle. Eppoi le escursioni a cavallo, le visite alle chiese e alle miniere di Iglesias, le gite in barca a Tuerredda, gli scivoli pazzi al Monastero e le cene nei suoi cortili con Pippo e Katia con la sola luce della luna, le gite in barca con un panino e un vermentino nell’incantesimo del neonato parco geomarino di Villasimius. Il calore, le forti emozioni della immersione totale estiva e delle fughe di certi fine settimana me li porto tutti come vera “salute” a Milano, negli studi televisivi, e in cucina quando invariabilmente ci riproponiamo la nostra fregola, i malloreddus con la salsiccia, lo spezzatino di cinghiale.

Ma l’aria e i profumi sono altri. Come il cielo che insaporisce tutto.

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