La ricetta proposta soddisferà il palato e le necessità caloriche di quattro persone e potrà essere considerato un pasto completo. Carboidrati, proteine nobili e grassi, oltre che vitamine e sali minerali sono in giusto equilibrio. La qualità degli ingredienti farà la differenza. Certo! Volete mettere la potenza vitale di un cibo prodotto in loco, fatto con ingredienti nobili -preferibilmente biologici, che per giunta hanno viaggiato poco e non sono stati parcheggiati in frigo per settimane, oppure stivati nei silos (avviene per il grano che per allungare i tempi di stoccaggio e far crescere il prezzo è trattato con nocivissimi antimuffa), con un altro, prodotto altrove, e che magari viene spacciato per sardo (alcuni pecorini p.es., il grano duro non certo della marmilla o del campidano, il latte di capra importato dall’olanda etc.) e che sfugge ai controlli e a una seria tutela?
Non basta la dicitura “prodotto sardo” per garantire la genuinità di un ingrediente, di un prodotto. Non tutti I pani carasau o pistoccu sono di qualità, a volte sono farinosi e approssimativi nella lievitazione, lavorare usando il lievito madre è ben altra cosa!; non tutti gli agnelli sono sardi! Come pure non tutti i formaggi pecorini lo sono! Inoltre sarebbe bene scoraggiare l’uso dei grassi idrogenati (usati soprattutto nei dolci) promuovendo in alternativa lo strutto, il burro oppure l’olio d’oliva. Sono necessarie delle leggi e una seria opera di controllo a tutela del prodotto isolano. E allo stesso tempo, per sostenere l’economia sarda, è necessario attivare una seria informazione che promuova le produzioni di qualità della Sardegna.
“Mangiare a km 0 è più sano e più buono” dovrebbe essere lo slogan. SARDEGNATAVOLA ha fatto propria questa idea e da anni, quantunque le difficoltà, veicola un messaggio culturale e alimentare all’insegna del buon gusto e della salute.
Ha promosso convegni sull’argomento, pubblicato libri e articoli. Quanti possono vantare tale impegno a difesa della qualità degli alimenti sardi?
Signori e signore, buon gustai di tutto il mondo unitevi e scegliete sempre con attenzione gli ingredienti da usare in cucina. La pubblicità -certo anima del commercio- è fallace; subliminalmente e spettacolarmente efficace; il più delle volte neppure lontanamente salutare! Bene, provino i consumatori a condizionarla dal basso; e i ristoratori, gli operatori turistici, propongano una cucina moderna, genuina, nel solco della tradizione, scegliendo accuratamente sardo e stagionale. Buon appetito.
Ingredienti (rigorosamente isolani):
malloreddus 320 gr., possibilmente artigianali;
ricotta stagionata 250 gr., basilico fresco e pomodorini abbondanti;
olio extravergine di oliva q.b.;
pomodori secchi n” 2,
aglio 2 spicchi
1 cipolla rossa preferibilmente.
Procedimento:
Affettare finemente le cipolle, sbucciare l’aglio, tagliare a tocchetti i pomodori, sminuzzare il basilico, preparare a scagliette la ricotta, portare a ebollizione l’acqua con dentro i pomodori secchi. Sistemare, quindi, i pomodori, il basilico e metà della cipolla (l’altra metà andrà nell’acqua di cottura della pasta), gli spicchi d’aglio, in un recipiente capiente e condite con l’olio extravergine e un pizzico di erbe aromatiche.
Giunta a bollore l’acqua salare q.b. Aggiungere l’aglio, i malloreddus e la restante cipolla. A cottura ultimata scolare e versare la pasta in un ampio vassoio, condire con un pochino d’olio, infine versarvi sopra il condimento a base di ricotta secca, basilico, cipolla e pomodori precedentemente preparati e aromatizzati. Con un cucchiaio di legno rimestate e miscelate bene i malloreddus e il condimento. Lasciate riposare un minuto, infine servite.