La rivoluzione del Cavò Bistrot_di Luca Neri

In una logica puramente ludica, il Cavò sarebbe un locale da frequentare ad occhi chiusi – o quantomeno sarebbe interessante farlo almeno una volta.

E ci si andrebbe a perdere, eccome anche. Innanzitutto per la fresca eleganza della “cava”, un ristorante lungo e stretto in linea con gli altri cugini del Corso Vittorio Emanuele a Cagliari, ma che recupera abilmente ariosità con un ambiente bianco e luminoso e arredato con gusto moderno (dal parquet ai soprammobili). E poi perché – si sa – a tavola anche l’occhio vuole la sua parte, e in questo il Cavò Bistrot conquista la scena tra combinazioni di colore e impiattamenti accattivanti, favoriti dalle stesse materie prime utilizzate. 

L’idea del non guardare arriva dopo – o prima, a seconda di quanto ciascuno sa o di quanto vuole sapere. Perché parliamo – believe it or not – di un plant-based restaurant, un ristorante vegano, che sta conquistando rapidamente aderenti alla cultura vegana e non.

Innanzitutto perché la retorica del de gustibus vale spesso ma non sempre, perché quando in cucina si fanno le cose bene – ma veramente bene – non c’è (quasi) spazio per la discrezionalità: il piatto è buono e punto. Ma questo piccolo gioiello incastonato al civico 14 del Corso Vittorio Emanuele, probabilmente, saprebbe vincere anche le resistenze dei più irriducibili tra gli scettici: ecco, qui tornano in ballo gli occhi chiusi.

Perché con una benda – e azzardo pure senza – è veramente complesso accorgersi di essere all’assaggio di una pietanza vegana. Le combinazioni tra gli ingredienti, lo studio dei sapori e una buona dose di conoscenze acquisite fanno sì che il Cavò riesca a riprodurre fedelmente gusti arci-noti della cultura culinaria. Un buon esempio è fornito da uno dei piatti icona del ristorante, gli spaghetti “Cashew & Pepe”. Il gioco di parole suggerisce l’idea, la versatilità dell’anacardo (eccellente dal punto di vista nutrizionale come tutta la frutta secca) regala un sapore che non ha nulla da invidiare (e pochissimo spazio per riconoscerne la differenza) al pecorino romano.

È solo un esempio in un menù vario e fortemente connotato dalla ricerca della stagionalità, dove la totale assenza della carne trova un’ottima alternativa nell’utilizzo della Beyond Meat, un prodotto totalmente vegetale con un sapore pienamente identico a quello della comune bistecca, salsiccia o hamburger.

Un altro pezzo forte della casa sono i cocktail, un must del Cavò Bistrot, con un’ampia offerta tra drink classici e rivisitati dal barman, sempre in linea col concept del locale.

Ecco perché il ristorante entra a pieno diritto tra i consigliati da SardegnaTavola, per un’esperienza nuova, originale e cruelty free, senza nessun sacrificio in termini di gusto e qualità.

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