Enogastronomia e sport non sono poi così lontani. Due binomi vincenti che, mescolandosi fra loro, generano un mix esplosivo, di pura bellezza. E se gli ingredienti sono quelle leccornie della tradizione isolana, unite all’amore per il Cagliari calcio, si vince a mani basse, anche in trasferta.
Ne sa un qualcosa Giancarlo Pili, per gli amici “Lallo”, inarrestabile 69 enne di Aritzo, ambasciatore di sardità oltre Tirreno. La sua,una vita di lavoro nel bar di famiglia, animata da centinaia di manifestazioni del cibo in giro per l’Italia, promuovendo anche i colori rossoblù di cui è tifosissimo.
“Amo la mia terra e la nostra squadra – spiega orgoglioso Pili – Sono nato nel commercio e tifoso del Cagliari. Nel 68-69, a cavallo dello storico scudetto del 1970, il nostro bar era un avamposto zonale, per l’acquisto dei biglietti, nelle partite all’Amsicora.”
“Anni bellissimi che mi porto sempre nel cuore – prosegue- Così come gli incontri con Gigi Riva, Pelè e Eusebio. Insieme alla passione per il calcio, ho sempre avuto quella per il comparto alimentare, cercando di far emergere quei prodotti a chilometro zero.”
E ovunque vada, Lallo, oltre ad un furgone che profuma di Sardegna, porta con se due bandiere: l’inconfondibile quattro mori e quella rossoblù, issate in bella vista, ai piedi della bancarella.
Il carattere empatico e l’eccezionale qualità dei prodotti, la chiave del suo successo fra Campania, Puglia, Basilicata e Lazio, dove non manca la partecipazione romana a “L’isola che C’è”, promossa dalla Gia Editrice.
I marchi a cui fa affidamento, poi, non hanno bisogno di tante presentazioni: dalle “Fattorie del Gennargentu” di Fonni (leader nella produzione di formaggi e salumi), passando al miele aritzese “Alzanadolu”, fino al pane fresa ovoddese, il torrone zonale, i vini “Balentes” di Dorgali.
Non mancano le castagne “Mandaritzò” di Belvì e l’olio Gariga di Ottana.
“La nostra isola è unica al mondo per potenziale alimentare – ribadisce Lallo – Intorno a ciò può essere costruito un futuro migliore per la Sardegna intera. L’oro è intorno a noi.”
Tantissime amicizie arricchiscono il bagaglio d’esperienza di Pili, giunto già da cinque anni a Pejo, cuore autentico del Trentino, nonchè sede estiva del ritiro rossoblù, proprio con Aritzo. Qui Lallo è ormai di casa.
“Di recente, ho fatto rientro in paese dopo due intensi mesi, trascorsi dai fratelli trentini – prosegue, emozionato – il bilancio è stato estremamente positivo e i clienti sono rimasti soddisfatti dal cibo.”
Ma il filo conduttore che unisce Barbagia alla Val di Sole è ben più ampio: da alcuni anni, anche i produttori di Pejo raggiungono Aritzo per la storica Sagra della Castagne e il ritiro rossoblù.
“Una presenza che ci riempie di orgoglio – ribadisce – siamo legati da una profonda fratellanza, una comune ospitalità e il viscerale amore per le nostre terre d’origine.”
Per Lallo lo sport è sviluppo e lo dice con tono fermo e deciso:
“Passando per il calcio e tutte le altre discipline, si costruisce il rilancio delle zone interne, ricche di un potenziale, spesso inespresso.”
“Con le Presidenze di Cagliari e Dinamo Sassari mi legano ottimi rapporti – aggiunge – Anche i giganti hanno scelto, già da alcuni anni, la comunità aritzese, per un breve ritiro di fine estate. La presenza di queste due compagini fa bene a tutta la Barbagia.”
La tenacia e la visione d’insieme del “promoter” sono già proiettate sui mesi a venire: nuove mostre in tour per il Bel Paese e quella voglia matta di rivedere i propri beniamini alle falde del Gennargentu.
Lallo ha già messo il piede sull’accelleratore, difficile pensare che voglia rallentare.