Erano i giorni del Cagliari di Gigi Riva. A Cagliari era l’uomo che aggregava più di tutti. Anche fuori dallo stadio. Gianni Brera, il mitico e inarrivabile cantore del calcio scritto, lo osannava (“trippallico “ ) sul Guerino eppoi indugiava la domenica sera “ Da Bruno” per colossali mangiata e bevute sperando di incrociare Rombo di Tuono che, frattanto, si rifugiava dall’amico e maestro di vita (così anche nel necrologio) Martino Rocca. Per il più grande di sempre dei giornalisti sportivi il lunedì c’era allora la caccia, quella vera assieme a Domenghini, Poli, Gori, Brugnera, tutti presi per mano dal fido Bruno Mura.
“Martino scandiva i nostri lunedì e martedi, poi ci lasciava per il resto della settimana per non annacquare la concentrazione sugli allenamenti e la partita. Era di una generosità e di una affidabilità ineguagliabili. sempre prodigo di consigli, silenzioso, affidabile. Quanti giorni indimenticabili a casa sua a Flumini.!” Così oggi Gigi, seduto a tavola nel solito, affidabile, molto affidabile, ristorante in città.
“Mio padre volle chiamarmi Luisa in omaggio al suo grande amico, ed io assieme a mio fratello Stefano, sempre incricati con questi giganti lungo interminabili tavolate colme di pesci e crostacei, eravamo le mascotte. Non dimenticherò mai quella sera quando si presentò a casa con un orsacchiotto, era generoso, molto generoso con noi.Era un bellissimo 21 giugno, si festeggiava insieme l’onomastico. E alla stadio la domenica eravamo gli abbonati più giovani.” Cosi Luisa Rocca, oggi ai vertici assieme a Stefano di una azienda che sconfina oltre la penisola, sulla scia delle sfide di papà Martino. Certo i ricci e la bottarga per Gigi e la sua compagnia erano superiori, divini. E con quegli attesissimi lunedì e martedi, cosi partecipati (formazione rigorosamente scelta dal bomber, tra avvocati, magistrati, funzionari regionali, barbieri, i Farci del mercato di San Benedetto: tutti affidabili e silenziosi, molto affidabili e silenziosi) si celebrava il rito dell’amicizia e del buon vivere alla sarda. Eppoi cerchi di capire certe scelte di vita, e di luoghi di vita e l’amore per certi silenzi e quel valore chiamato affidabilità. Lo capì da subito anche Fausta,la sorella madre, che da Leggiuno di tanto in tanto veniva ad assaggiare questi sapori.
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