La buona tavola è di importanza fondamentale sia per la salute che per il tono dell’umore. Mangiare male è deprimente. Uno dei sapori della mia memoria è quello dell’uovo fresco messo a scaldare sotto la cenere del braciere a casa di mia nonna, in paese. Mentre le tavolate che ricordo sono quelle estive ad Alghero dai miei genitori, quando arrivavano i miei fratelli dal continente e mia madre preparava le zuppe di pesce, le zuppe di cozze e arselle. L’unico problema era rappresentato dal fatto che mio padre non ci ammetteva a tavola se non vestiti di tutto punto.
I pranzi o le cene con i migliori amici rappresentano il sale della vita, perché è il momento in cui si ricorda ciò che si è fatto e costruito nel tempo e si fanno i progetti per il futuro… ad ogni età. In questi casi il cibo può essere anche sperimentazione. Per me cucinare è terapeutico. Quando ho tempo lo faccio volentieri. Cucino spesso piatti della tradizione sarda e algherese, ovviamente quando ho ospiti che arrivano da fuori. Mi dicono che i risultati sono ottimi, non credo me lo dicano solo per cortesia. Per ragioni di tempo ho imparato a cucinare piatti veloci e gustosi che ho insegnato ai miei ragazzi.
A tavola evito di parlare di lavoro in termini propri, capita di raccontare aneddoti, le colazioni di lavoro non le amo, sono una perdita di tempo per il lavoro e per la tavola. Anche il cibo è identitario, perché rappresenta la tradizione e la cultura di un popolo, ma bisogna coltivarlo e proporlo con competenza e amore altrimenti è spazzatura che non giova all’economia. Ritengo che per una sana alimentazione siano indispensabili certamente l’olio d’oliva, la nostra verdura, il carciofo spinoso, il finocchetto selvatico, la “rughitta” e i nostri agrumi.
I dolci non sono variegatissimi nelle loro tipologie, ma sono delle opere d’arte, prima di offrirli mi capita di presentarli a chi li vede per la prima volta. Le pardule poi, sono un esempio di arte culinaria semplici ma una festa per il palato. Ecco la mia Nazionale dei prodotti sardi: L’olio d’oliva, la bottarga, l’aragosta di Bosa, le paste, le patate ogliastrine, il cinghiale selvatico, il capretto, la ricotta di capra, le lumache, il tonno. Ma il piatto che mi solleva l’umore è la fregola condita con il pesto….una contaminazione.
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