Per ‘Sardi in USA in tempi di Coronavirus’ ci spostiamo questa volta a Seattle sulla costa occidentale nello stato di Washington al confine col Canada.Ma partiamo da Triei, un piccolo paesino dell’ Ogliastra. In collina, a due passi dal mare e a due passi dalla piu’ nota Baunei. Triei qualcuno la abbina a Bernardo Mereu, il popolare allenatore di calcio che da Villacidro a Olbia a Cagliari ha sempre generato consensi.Io invece da una decina d’anni a questa parte, da quando mi fermai al ‘Blu’ Sardinia’ di Seattle, la abbino a Fabrizio Loi.Fabrizio e’ un sardo buono, come Bernardo, ma rispetto al suo amico di infanzia, Fabrizio fa cose buone anche a tavola. Usando pietanze della nostra terra e presentandole con garbo e classe.

Lo capii subito vedendo le gigantografie delle valli ogliastrine a picco sul mare nella saletta privata al piano rialzato del “Blu’ Sardinia”. Quella saletta divenuta rifugio, all’ora del lunch, per gli ‘executives’ della Microsoft in processione dal loro vicino headquarter. Quando hanno scoperto che un piatto di malloreddus vale molto di piu’ del solito sandwich in ufficio, grazie all’ambiente soft e riservato del ristorante che Fabrizio gli metteva a disposizione. Immersi nel mare e la macchia mediterranea sarda sulle pareti, parlano ancora meglio di business e progetti piuttosto che nei lunghi tavoli e le poltrone in pelle del loro office.Tipica storia di emigrato-giovane in cerca di fortuna, quella di Fabrizio Loi. Ando’ a farsi le ossa ‘in continente’, dopo aver fatto nel 1978 la scuola alberghiera ad Alghero, corso di cucina. Dopo una serie di esperienze nelle cucine di alberghi e ristoranti della Sardegna, si presenta per lui l’opportunita’ della Germania dove trascorre un anno e mezzo. Poco piu’ che ventenne va a Roma come chef di un ristorante italiano nella capitale. Si afferma subito.Arrivato al top, pronto a tornare ? No, ripartito…biglietto di sola andata per Los Angeles.

L’avventura americana di Fabrizio inizia nel Gennaio 1989 quando atterra a Los Angeles da Roma. Fa bene, ma la grande metropoli della California ha troppa concorrenza e lui vuole un suo spazio.Dopo un anno si trasferisce a Seattle dove nel dicembre del 1990 apre finalmente la sua creatura: il Ristorante “Paradiso”. La location e’ a Kirkland, sull’altro lato del lago che costeggia Seattle, una delle zone industriali piu’ importanti al mondo. Nel 1993 incontra la moglie Ines (casertana) che diventera’ la sua partner in casa e in cucina.Il 14 dicembre di quest’anno Fabrizio festeggera’ i trent’anni di attività e se il Coronavirus sara’ debellato conto di andare a festeggiare con lui dopo aver scoperto e confrontato la sua attivita’ con tante altre di sardi in America e averla trovata una delle piu’ raffinate e gustose.In questi trent’ anni di “Paradiso” l’ attivita’ di Fabrizio e Ines si e’ spesso duplicata per ritornare poi alla base. Nel 1999 infatti c’e’ l’apertura di “Villa Paradiso” nel centro di Seattle. La madre terra e il parentado pero’ lo richiamano in Sardegna. Venduto qualche anno dopo “Villa Paradiso” e affidato al fratello il “Paradiso” Fabrizio torna in Sardegna nel 2002 per iniziare una nuova avventura a Girasole con l’hotel “ L’ulivo” .Dura 4 anni. Il cambio delle leggi (PPR) gli impedisce l’ampliamento dell’hotel, frenando la sua ambizione.Lo da in gestione a terzi e nel 2005 torna a Seattle nel suo “Paradiso” a Kirkland, nel mentre mandato avanti dal fratello Francesco e da sua moglie Rita.Nel 2015 con altri due soci ebbe inizio l’avventura del “Blu Sardinia” a Redmond Washington, la città di Microsoft.Cibo e vini direttamente dalla Sardegna per creare piatti tipici. Forno a legna e locali eleganti come detto.E’ li’ che ho conosciuto Fabrizio andandoci appositamente in uno dei miei regolari ritorni alle Hawaii..Dopo l’avviamento del “Blu Sardinia’ Fabrizio ha tenuto le sue quote ma e’ tornato ad occuparsi a tempo pieno del ristorante ‘Paradiso’ rimasto sempre il suo punto focale. “ Prima del corona virus- spiega per Sardegnatavola Fabrizio a meta’ Aprile – ‘Paradiso’ impiegava 25 persone tra tempo pieno e part time. Con la situazione di oggi siamo una decina e lavoriamo tanto sul take-away.Abbiamo la fortuna di avere una clientela affezionata che continua a sostenerci con gesti di solidarietà incredibili. Per farti un esempio. Un cliente e’ venuto a ritirare una delle nostre zuppe di pesce. Ha pagato gli 8 $ del contenitore, l’ha assaggiata…. E poi ha lasciato 50$ di mancia per i cuochi. Qui c’e’ una grande stima e rispetto per la cucina italiana e noi abbiamo inculcato anche quella per la cucina sarda.”
Sardegnatavola “Tuoi figli ti seguono o ti seguiranno nel business di famiglia ?”
“Abbiamo tre figli,: Andrea 24, Matteo 21 e Gabriele 13. Nessuno di loro e’ nella ristorazione. Andrea e’ laureato alla University of Portland in marketing e business.Matteo, laureando a Maggio al Whittier College di Los Angeles in international business e finance. Gabriele vive con noi e sta finendo le medie per entrare in high school.Viviamo a Kirkland la città satellite dell’area metropolitana di Seattle con la quale siamo collegati dal ponte galleggiante più lungo al mondo. Il 520 bridge.”
Un bel tranquillo quadretto familiare. Fabrizio e Ines continueranno a tirare la carretta e a dirigere chi lavora secondo i loro insegnamenti. I figli seguiranno magari altre strade con la stessa determinazione e onesta’ dei genitori. L’importante e’ che continuino a nutrirsi bene come sempre avviene nel “Paradiso” di famiglia.